L’artropatia da rottura cronica e irreparabile della cuffia dei rotatori ha la sua espressione radiografica nella artrosi eccentrica dell’articolazione gleno-omerale (“acetabolarizzazione”):
a causa della perdita del centraggio della testa stessa legato alla insufficienza funzionale della cuffia
In passato la terapia era costituita:
- da infiltrazioni ripetute a scopo antalgico e dal ricorso a farmaci antidolorifici
- da interventi con protesi anatomiche che risolvevano solo in parte il dolore e non miglioravano la motilità (assenza di cuffia!)
Perché funziona una protesi inversa:
Medializza e abbassa il centro di rotazione della articolazione gleno-omerale per cui incrementa il braccio di leva del deltoide (che diventa il vero motore per la elevazione e abduzione) dato che la glenosfera è direttamente appoggiata sulla glenoide, non esiste un braccio di leva che determini delle forze di taglio, anzi durante la abduzione e la elevazione i muscoli danno un effetto centratore e stabilizzante sulla protesi